Qui mi arrendo al caldo scorrere, la mia pelle è rivestita d’argento e solitamente rifletto.
Abito il ventre, conservo memorie e nasco nei cuori e nei corpi di molti uomini nati nel silenzio.
Sono l’uomo iniziatore, accompagno i fratelli, fianco a fianco, per riprendere la loro Essenza Maschile dimenticata.
Sono l’amante e il padre, costruisco il Paradiso delle Nuova Terra, in me l’acqua è consacrata dai miei antenati.
Sono lo stregone che conserva il suo seme nel continuo movimento celeste.
Nuda germoglia la terra tra le grida d’orgasmo, consegnando la mia intimità.
Nell’iniziazione muta la carne, affinché il Dio si formi.
Lascio e ritiro, questo è il mio moto. Vanno e vengono le ere nei miei flussi, non ho origine perché sono io stesso l’inizio.
Non puoi possedermi, non puoi controllarmi, sono vulnerabile quanto te, Luna che appari nel cielo oscuro.
Ti sembra strano che io possa conoscere il flusso delle donne che scorre nella mia acqua?
Non ho dimenticato che posso ricevere, non sono separato, ho sempre abitato in te, anche se tu mi hai rifiutato, dimenticando la mia esistenza.
Ma ora sono l’uragano che trasporta i nuovi Dei in questo mondo, per ricordare che dentro l’acqua può bruciare un fuoco, trasformando le onde del mare in mille petali di semi di stelle.
Basta riempire un cosmo senza fondo, desideriamo uteri che sanno parlare, che raccontano di antiche storie di volte celesti perché desidero ancora inchinarmi davanti all’eterno e far fluire gli oceani.
Quante false lampade illuminano ancora l’oscurità, desidero essere guida e scendere nudo perché tu mi possa di nuovo guardare e ritornare a nutrirti.
Non nascondo le mie debolezze, le mie braccia ancestrali sono pronte ad accoglierti comunque, basta solo che tu lo desideri ancora.
Centrato nella sorgente della vita sono colui che mai riposa, lascio scivolare vecchi altari per costruirne di nuovi.
Ho dovuto ripulire la mia percezione, ritrovare l’intuito per riprendere la mia naturalezza e dare libero sfogo a chi sono veramente, non dovevo essere il migliore dovevo solo essere me stesso, ricordando l’intimità negata dal patriarcato.
Quanti mari sono crollati che nessuno ha mai guardato veramente, noi siamo piccoli pesci che danno un senso all’oceano nello spazio di una serena geometria.
Proteggo il canto dei miei antenati silenziosi, dove le loro ombre indicano con il dito il passaggio nel mutante fiume dell’umanità.
Rinnegando le mie emozioni, ho cancellato l’amore, la donna e la coppia.
Non nasco separato, nasco nell’Unione consapevole del mio corpo che vive le passione, la consegna, il desiderio, il piacere, le emozioni e l’estasi dell’altro.
A tutti gli Uomini Acqua,
con amore Carla
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