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Immagine del redattoreCarla Babudri

Risorgere dalla Vergogna.

“No, non sei la benvenuta qui, Vergogna!

Sei a tutto tondo piena di falsità e condizionata da realtà che non esistono.

Non sei la benvenuta nel mio Santuario Sacro Interiore.


Per così tanto tempo ti ho amata, e ti ho amato nel modo più contorto che conoscevo, accecata dai tuoi occhi manipolatori e da quella simmetria diabolica dolorosa che solo tu sai offrire.


Sei una imbrogliona che con il tuo velo denso che ombreggia inesorabile dalla finestra della mia anima, offusca la mia vita interiore.


Quanti anni ho passato suonando campane urgenti non mi hai ascoltata, e tutte quelle notti che mi hai svegliata sostenendo l’emergenza di quel maledetto nodo alla gola, ogni volta era una morte certa.

Sono deceduta così tante volte che ho perso il conto.




In qualche modo ho creduto che mi fossi amica, se non addirittura amante.

Era comodo sdraiarsi accanto a te, pensando che fossero braccia solenni, ma inconsapevole era la mia ricerca innocente di chi mi giudicava sbagliata.


Ti bandisco ora dal mio Sacro Tempio, e specialmente dal mio Spazio Accogliente!


Non entrerai mai più senza invito nei miei momenti caldi d’amore con il mio partner e con me stesso. Non ho nulla da darti, e tu non hai nulla da prendere.


Tu Vergogna, porti solo il grido di una società patriarcale che crea cadaveri sparsi nelle strade dei pensieri offuscati della gente.

Intorpidisci così tanto il piacere, tu che goccioli di dipendenza e inferiorità, non sei invitata a vagare senza sosta dentro di me, dentro il mio corpo.


Espello ogni sacramento e giuramento che blocca il mio piacere, il mio godere, che frena ogni genere di forma di gioia.

Basta, ingannare con le tue maschere religiose e tossiche.


Multiforme giocoliera che con occhi spalancati disegni oscurità, ombre ossessive, nel cuore delle donne e degli uomini.


So che sei in agguato.

Alzati! So che ti nascondi, non mendicherò più per sfuggirti.


Per quanto profondamente hai penetrato con la tua peste le generazioni, il sangue, le ossa, il DNA, per questo motivo ti Invoco ora, in questo veleno, si perché sono solo io l’alchimista di me stessa!


E’ da questo punto di trasformazione, che ti dono gratitudine per tutto il dolore, facendomi crollare e rompere in ogni parte, guardando frammento per frammento e ricostruendo una nuova me stessa, ritrovando la luce del sole e della luna.


Hai paura? Non scappare, perché ti devo ancora ringraziare.


Ti ringrazio per i tuoi insegnamenti contorti, ora rivendico la mia sovranità. Rivendico il selvaggio che è dentro di me, come diritto di nascita, sono qui ora e ti dico mai più sarai con me.


Anche se la tua morte sarà un processo lungo, celebro con pazienza la mia resurrezione e mi avvicino sempre di più all’anima.

Voglio che tu sappia che mi sento sicura nel mio corpo perfetto, espressione unica di me stessa, sacra.


Che sono felice di sentire le mie emozioni, sensazioni, di essere umano che si muove attraverso il divino che è in lui tra il cambiamento, vulnerabilità e crescita costante.

Sono degna di prosperità e soprattutto di fare l’amore anche in modo trascendentale che sa di paradiso e mondi divini, sono l’espressione della mia stessa preghiera, tra un piacere e il godere del corpo.


Sono in grado di ascoltare la mia voce interiore, perché sebbene ti perdoni, non mi fiderò più di te mia cara Vergogna.


È fondamentale che onori i miei confini, cosi come ho il diritto di esprimere la mia verità e rivendicare i doni che mi ispirano a realizzare i sogni.


E qui danzerò alla meravigliosa e radiosa forma di me liberata.

Avventurandomi nel mistero degli antichi echi, bagnandomi nella sensuale serenità delle acque sacre e sovrane del mio possente grembo.


Rimango coraggiosamente ancorata, e se mai il vento del ricordo doloroso soffierà ancora, sarò radicata nel cuore dove il cielo e la terra si incontrano, è cosi che scelgo me stessa e mi onoro e onoro tutti.


Cara cara Vergogna non ti permetterò mai più di parlare attraverso di me con la condanna.


Mi inchino davanti al salice, e mentre sollevo il velo dai miei occhi, ti dico:

Il mio corpo è mio

La mia mente è mia

La mia anima è mia

I sentimenti sono miei

L’amore e l’espressione è mio

La mia sessualità è mia

Io sono mia…

E da oggi Resuscito da ogni forma di dolore.”

Con Infinito amore

Carla


Se ti fa piacere scrivimi

 








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