Niente accade per caso, che si tratti di un incontro, di una frase, un libro da leggere, uno sguardo o una parola.
Ciascuno di noi ha un destino invisibile in parte già tracciato forse dalla mano di chi ne sa più di noi.
Io so dove sono sepolte tutte le mie memorie, e non smetto mai di onorarle. Anche se delle volte le racconto solo a me stessa, nelle notti non dimentico mai di rievocare amori perduti o smarriti o mai vissuti anche in ere, che dopo tutto non sono cosi lontane.
La vita fa spesso strani giri per riportarci al centro della matassa. Tutto può accadere in un momento così cruciale da far rabbrividire l’esistenza stessa; niente e nessuno può cambiare quella tua verità, quel tuo sentire così profondo, che a tratti incontra la vita e la morte sulla stessa linea del tempo.
Forse non tutti sanno che quando l’amore bussa alla porta, non lo dimentichi neanche se le incarnazioni si susseguono inesorabili.
Fu proprio cosi, che con lo sguardo smarrito l’Imperatore Federico II incontrò gli occhi di Bianca Lancia, figlia del Conte Bonifacio, che a soli quindici anni diventerà la sua sposa bambina.
Quanta bellezza!
Questo frutto acerbo che suscitò in lui tanta innocenza da volerlo desiderare nel suo giardino di grande conquistatore.
Un amore da costruire, immerso in quella meraviglia di donna ancora bambina. Un amore da svelare che solo gli angeli riescono a contemplare.
Lei che come una dea appariva nei sogni di Federico II rendendolo debole e vulnerabile difronte a tanto mistero.
Eppure, aveva combattuto e vinto tante battaglie, ma quella guerra, che lo sconvolgeva e lo tormentava, non avrebbe mai potuto vincerla. Doveva solo lasciarsi andare.
Quella fanciulla lo aveva stregato come un’apparizione, una dea in un sogno e non poteva permettere che svanisse cosi.
Sapeva in cuor suo che non poteva legalizzare un amore cosi crudo e questo lo gettava in un profondo sconforto.
Si percepisce il dramma interiore che lo tormentava: di tanta bellezza non poteva farne una regina.
Ma era un grande stratega e battaglie intinte di sangue ne conosceva tante, così si fece strada in lui come un serpente che striscia nella mente, l’idea di mentire per il bene supremo.
Ecco che il nobile Federico II, imbastendo stratagemmi, sotterfugi e bugie, lasciò credere di essere vedovo ottenendo di portarla via con sé con la promessa di sposarla.
Un calore nel suo cuore lo spinge a piangere, incredulo di tanta bellezza, le sue dita tremanti invocano la gloria di Dio per un dono così prezioso.
Dal momento che l’aveva vista lungo l’altopiano dei boschi Lombardi, una forza misteriosa si era impossessata di lui.
Per la prima volta da uomo guerriero invincibile, si sentì sconfitto da una fanciulla.
Per lei sarebbe diventato il suo fedele servitore, un poeta, gli avrebbe donato l’onore. È cosi che l’amore vince, spogliandoti di tutte le maschere.
In quella notte d’amore, tra cielo e stelle, Bianca deve essere apparsa a Federico come una luce brillante in una notte oscura.
Disarmato, ingenuo, quel tenero fiore lo terrorizzava, avrebbe provato la morte e la rinascita nello stesso momento, la follia e la caduta dell’abbandono.
Quando anche l’ultimo velo di Bianca cadde, scoprendo quel corpo profumato di essenze e fragranze inebrianti, Federico che mai dinnanzi a nessuno si era prostrato, quella notte si inginocchiò davanti all’eterea fanciulla, e come ogni amante geloso a nessuno permetterà più di osservare una cosi bella luna piena, dal corpo candido.
Ma come raccontano le memorie, Federico non poté farne una imperatrice, anche se fu l’unica regina dei suoi sogni, il suo vero punto debole.
Fu lei che rese questo uomo invincibile, lei prigioniera e lui valoroso condottiero.
Un sogno che per la povera fanciulla si trasformò in un incubo, in cui si vide l’uomo dagli occhi di falco, sposare per convenienza Isabella D’Inghilterra.
Alti rovi soffocavano la giovane fanciulla, e prima della sua morte fisica che sarebbe giunta pochi anni dopo, il suo cuore fu reciso dal dolore di perdere l’unico uomo a cui si era consacrata.
La sposa bambina divenuta donna e madre troppo velocemente, morì poco dopo.
Federico troppo testardo, geniale e vincente, supera anche i confini dell’aldilà per giungere fino a me, nella speranza che rievochi un amore che appartiene ancora al tempo.
Una donna bambina che gli aveva rilevato la verità di chi era davvero: un uomo vulnerabile e con tante paure.
Un cuore di donna innamorata non mente, e la grandezza di Federico deriva da donne che lo hanno sostenuto e amato, e tra le braccia di Bianca Lancia ha sentito colmare il suo animo.
Seppur lontano da Bianca, Federico non è mai riuscito a colmare quella sete di totale appagamento nello spirito e nel corpo, di quella fiera gelosia che solo un uomo innamorato può sentire.
Ecco, Federico mi ha cercata e mi ha trovata, perché in qualche modo passando attraverso la mia anima potessi con la penna unire ancora quell’amore che vaga nell’animo di uno spirito intento a riscattarsi agli occhi di quella delicata fanciulla, morta per amore.
Ricorda la notte in cui l’ha lasciata, affermando di amarla come non mai, tenendola legata da una promessa e fantasie intrise di rose.
“Dormi amore mio. Riposa nella pace più profonda. La vita che avresti vissuto sarebbe stata segnata da innumerevoli tradimenti. Cenere alla Cenere…” La voce di Federico si allontana mentre depone il corpo di Bianca, i suoi capelli perfetti, le sue labbra morbide, mietitrice d’Anima, cuore coraggioso.
“Nessuna fossa sarà mai abbastanza profonda da colmare quel vuoto, neanche la terra dimentica”
Un amore galeotto, di cui Federico ricorso ancora all’astuzia, mi ha raccontato, in cerca di un riscatto, di un perdono, forse perché anch’io me ne innamorassi ancora, mostrandomi quella seduzione intramontabile, il carisma a cui nessuna donna può astenersi o resistere, come il fascino di un Imperatore…che ho amato e amo ancora…
Con infinito Amore Carla
Al mio Deimon ispiratore, a quel condottiero valoroso che fu...
Carla Babudri 2019-20 © Tutti i diritti di scrittura sono riservati
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