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Immagine del redattoreCarla Babudri

Quel limite mi chiama, eppure mi spaventa


Sono così vicino al limite, che mi ritiro indietro.

Ritraggo la mano dalle fonti del mio calore, dalle mie passioni, lasciandomi tremare…

assestandomi in un sottile e dolce dolore.

Sono così vicino, non molto lontano, ancora presente.

Posso riprovare a volare, tento ancora, dopo diversi respiri profondi.

Dopo aver calmato il mio esterno e aver pazientemente messo a fuoco il ritmo del mio respiro, conduco verso l’interno una melodia più morbida.

Con esitazione incerta, il mio richiamo è una oppressione schiacciante, mi tira giù nelle profondità come una forte corrente gettandomi in un vortice di felicità euforica, finché non rilascio.

Sto urlando, ridendo ed aggrappandomi alla vita, mentre cado da dentro.

Quel limite mi chiama. La caduta mi spaventa, ma la tensione mi trattiene ed è scomoda quanto una gabbia, eppure in qualche modo e lì che desidero arrivare.

Non al limite, ma nel calore del mio stesso sogno.

Sono soffocata dal desiderio evocato dal senso di colpa.

L’occhio della mia mente mi vede circondata da un campo di mancate connessioni marcite, dove tutto ciò che dovrei e potrei avere è morto per asfissia.

Mi sono stretta e chiusa per le aspettative e i desideri degli altri.

Ho nascosto le mie risate facendo morire quella parte di me che voleva liberarle ascoltando solo i miei si in no.

Ultimamente sono la mia stessa amante.

La mia sicurezza è garantita, il mio affetto è sempre disponibile.

Posso venire verso di me quando ho bisogno di sentirmi calma.

Nel volo troverò una consapevolezza ben più grande di tutte queste incognite che avanzano e mi terrorizzano.

So di essere ricercata e amata, e che in ogni modo in cui cado incontrerò mani che sapranno tenermi.

Sono in piedi sul bordo, chiamata dal limite.

Capisco che la caduta non deve avvenire attraverso la spinta o la fine del dolore, desidero che accada.

Desidero immergermi e lasciare che tutto il goffo tremito e il flusso incontrollabile non solo siano accettabili, ma celebrati… eliminando tutto ciò che pensavo di conoscere sul piacere, imparando che andando oltre acquisisco pienezza.

E alla fine del margine verso il nulla mi lancio, è l’inizio del cadere, del ridere, dell’urlare, dell’amore, della libertà, del piacere, della passione, della vita.

Dove finisce la terra, nel volo, inizia me stessa.

Con amore

Carla

Dedicato al mio Deimon Ispiratore

Scopri la prima edizione, dedicata a Maria Maddalena, del mio libro:

“Donne Poesia – Il Sacro Erotismo”

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