Luna degli Antenati, Luna del Dolore, Luna della Follia, Luna dell’Oscurità, Luna dei Corvi, Luna della Madre Oscura
"Oh, Soglia del Mistero, Porta Segreta! Cupo varco di abissi sconosciuti, passaggio impenetrabile e nascosto che mi attira irresistibilmente, come un’ignara falena avvinta dalla sinistra fiamma... O tu, soglia imperscrutabile, che mi sfuggi nei labirinti delle tenebre, eppure ossessiona ogni mio pensiero, quale orrore e fascino eterno mi chiami a cercarti? E so, sì, so che, quando infine ti attraverserò, sarò denudato d’ogni maschera, privato di sembianze, svuotato d’ogni peso che ancor m’opprime… Ma, non posso far altro che procedere!
Porta funesta e tenebrosa, che non conosci speranza, che non attendi aurora, silente amante del buio eterno, desidero perdermi nel tuo enigma, lasciando che il corpo tremi di un desiderio folle, di un’oscura paura per il nuovo, di un agghiacciante mistero. E se, al ritorno, troverò ogni cosa cambiata, se nel varcare la tua soglia avrò smarrito ogni certezza, se in agonia non mi resterà che lambire le ferite inferte dal cammino, allora offrirò alla terra un fiore, in onore di questa possibilità inquietante che mi è stata concessa: smarrirmi, sì, smarrirmi ancora nella passione disperata per la vita, e nella folle, tragica sete di morte."
Tagliare il filo: Il Mito di Atropos
A novembre celebriamo la lentezza, quella calma che ci invita a fermarci e a rivolgere lo sguardo intorno e dentro di noi. È il momento di osservare ciò che va lasciato andare, ciò che si stacca dalle nostre dita con naturalezza. In questo periodo, il tempo è avvolto da ombre e buio, ma è solo una fase di rielaborazione, un viaggio attraverso i corridoi oscuri della nostra mente per scoprire che, oltre, ci attende una nuova luce.
Questo periodo evoca in me il mito delle Parche, e in particolare di Atropos, colei che, con dolce fermezza, taglia il filo e porta a compimento il ciclo di ogni cosa. Tagliare il filo è come giungere alla fine di un lavoro minuzioso, come un vestito ultimato e pronto per essere indossato. Significa distaccarsi da ciò che non ci appartiene più, e novembre ci asseconda in questo processo intimo di raccolta e riflessione. È il mese in cui tutto si compie, e non possiamo fare altro che essere presenti, accogliendo con serenità ciò che non ci appartiene più e lasciandolo andare.
È l’arte di accettare la fine per fare spazio al nuovo, con la consapevolezza che ogni filo tagliato è un passo verso qualcosa di più grande.
Mi concedo il tempo di apprezzare ciò che è stato e ciò che ancora rimane, abbracciando il ciclo naturale delle cose con rispetto e gratitudine.
Belladonna veleno e guarigione
In questo tempo sento una speciale affinità con la Belladonna, una pianta che mi affascina profondamente, persino a partire dal suo nome: Atropa, proprio come la Parca Atropos, colei che taglia il filo della vita. La Belladonna ha un fascino misterioso e delicato, anche per la sua capacità di allargare le pupille, rendendo lo sguardo profondo, languido, quasi innamorato.
L'atropina, estratta da questa pianta, viene ancora oggi utilizzata in oculistica per dilatare la pupilla. Chi è stato dall’oculista conosce bene la sensazione di quelle goccioline che ci permettono di guardare più a fondo negli occhi, grazie a questa sostanza così speciale. In omeopatia, la Belladonna trova il suo spazio, ma al di fuori di contesti controllati, la sua ingestione è assolutamente vietata, poiché può essere letale.
È una pianta che ci ricorda il confine sottile tra bellezza e pericolo, tra ciò che affascina e ciò che va trattato con rispetto e cautela.