Penso che sia importante parlare anche della mia esperienza, e di come abbia iniziato
questa pazza
avventura verso la produzione del pannolino lavabile e assorbente lavabile.
Sono mamma di tre figli, e vi devo dire la verità per i primi due figli non ho mai pensato di utilizzare i pannolini lavabili, perché non ne conoscevo l’esistenza.
La mia terza gravidanza, la più difficile, l’ho passata totalmente a letto con continue minacce d’aborto.
Un inferno per me che sono iperattiva, ma per i figli si fa!
Per fortuna che a mia disposizione c’era il computer, e così ho potuto comunque essere iperattiva cerebralmente, sono state proprio le mie ricerche in questi nove mesi che mi hanno aperto la mente su tantissimi argomenti: vaccini, cibo, salute, inquinamento, ecologia, ho scambiato opinioni e conosciuto tante realtà. L’esperienza più bella l’ho avuta con le mamme, ed è stata proprio una mamma che parlando di assorbenti e pannolini lavabili il mio mondo si è aperto…
Il 29 febbraio 2012, con un anticipo di 12 giorni sulla data prevista, ho partorito con più di 10 ore di travaglio e tantissimi punti. Tornata a casa, pur avendo esperienza con gli atri figli, non sapevo come gestire me e il mio bambino. I punti mi facevano male, non riuscivo a camminare, l’assorbente mi ballava perché non volevo tenerlo troppo a contattato con la pelle, mi aveva creato una forte irritazione, un dramma…
Un mio carissimo amico, preso da compassione per questo disagio, mi propose di mettere un pezzo di tessuto sull'assorbente cosi la pelle non era più a contatto con il sintetico dell’usa e getta.
Che freschezza, che beatitudine, finalmente un po’ di pace. Toglievo il tessuto, lo lavavo e lo riposizionavo sugli usa e getta, dopo 20 giorni la pelle finalmente è ritornata normale.
Nel frattempo avevo iniziato la mia esperienza con i pannolini lavabili, ho incominciato con i ciripà, lunghissimi mi ci attorcigliavo, ho resistito, la tenacia fa parte del mio carattere e ho continuato, ottenendo i risultati desiderati, anche se erano ingombranti e dovevo comprare vestivi più grandi, comunque ci sono riuscita. Piano piano dentro me nasceva l’idea di alleggerire il mio bambino, ma non ho trovato nulla che facesse al caso mio; mentre il mio bimbo cresceva, insieme a una mia carissima amica abbiamo incominciato a progettare sia l’assorbente lavabile che il pannolino lavabile, lei trovò la mia idea ottima e mi ha appoggiò.
Da lì, l’idea di creare un assorbente super leggero, poco ingombrante e facile da lavare. Ecco che ritorna fuori quel magico tessuto che mi ha aiutato a superare la crisi e le dermatiti: tessuto di amido.
Abbiamo fatto ricerche, per capire che tipo di tampone potessimo utilizzare e dopo sei mesi il primo prototipo, una forte emozione vedere un idea realizzata, materializzarsi: come un parto.
Dopo averne creati altri, fatto test su donne volontarie e migliorato e modificato ben quattro volte l’assorbente, quello che vedete oggi è il risultato finale. Bisognava scegliere il nome, fu facile perché la mia cara amica amava le rose e io che mi sentivo figlia della Luna, abbiamo unito, ecco: Rosea Lune.
Nel mentre che ci organizzavamo sul packaging, pubblicità incominciarono a prendere vita anche i pannolini lavabili, scelti i tessuti, capito il designer afferrato l’idea di inserire tessuti tecnici, dopo diversi mesi anche il pannolino viene partorito, il primo a sperimentarli fu il mio bambino.
Le mamma che avevo conosciuto e la mia esperienza con i lavabili, mi hanno portato a conoscere altre mamme disposte a sperimentare il nostro pannolino e quando abbiamo capito che in parte funzionava e si poteva procedere a una sperimentazione più grande, un piccolo bimbo mentre la una mamma mi faceva vedere come montava il nostro pannolino ecco i suoi vagiti “ga..gu..ge..agu..ge..” meraviglioso e sorridente.
E dopo pochi giorni, in onore dei sorrisi di quel bambino, il nome: Agunga.
Ad oggi il pannolino è stato modificato cinque volte, abbiamo cambiato il tampone rendendolo ancora più assorbente e leggero.
Questa è mia la semplice esperienza di mamma-produttrice.
Mi piace sperimentare e non credo che mi fermerò.
Sono di natura curiosa e sicura che lungo il mio percorso incontrerò persone che mi ispireranno a fare sempre meglio.
Amo la gente, mi piace ascoltarla, avere confronti, penso che questo sia il modo giusto per crescere personalmente e lavorativamente.
Con amore Carla